Obesità e Psiche: la necessità di un approccio integrato

L’obesità è una malattia ufficialmente classificata (OMS) nell’ambito delle Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche. Negli ultimi anni, e il CMSO ne è un esempio, gli operatori stanno cercando di approcciarsi alla malattia in maniera multidisciplinare, facendo in modo di considerare nel quadro clinico del soggetto anche la sua storia personale, lo stile di vita, l’approccio psicologico… La finalità è quella di adottare in maniera sinergica strategie che combattano la malattia su più fronti. Il legame tra psiche ed obesità non va trascurato, e proprio l’analisi della psicopatologia dell’obesitàoffre spunti sia diagnostici che terapeutici. Abbiamo posto alcune domande al Dott. Ferdinando Pellegrino, Psichiatra e Psicoterapeuta, consulente del CMSO e sostenitore di un approccio integrato per vincere il problema dell’obesità.

 

– Dottore, spesso nella cura dell’obesità l’aspetto psicologico viene trascurato. Quanto conta invece?

“Il rapporto con il cibo è legato alla natura dei rapporti affettivi primordiali; l’allattamento al seno, l’essere nutriti e curati dalle figure genitoriali, in primis dalla madre, costituisce la base della “nutrizione affettiva”. Si cresce sicuri e determinati quando le relazioni affettive primordiali sono state forti.

Il senso di sicurezza dell’uomo (attaccamento sicuro) è infatti legato alla qualità delle cure che abbiamo ricevuto da piccoli e che continuamente rafforziamo grazie alle relazioni che costruiamo nel corso della vita. Nel cibo riponiamo quindi i nostri affetti, le ansie,  le preoccupazioni, la gioia, la sofferenza, la rabbia… tutte emozioni che possono in qualsiasi momento rendere difficile e conflittuale il nostro rapporto con il cibo. Per tali motivi gli aspetti psicologici nell’obesità fanno parte integrante del quadro clinico“.

Ci sono disturbi psichici specifici associati all’obesità?

“Sicuramente l’ansia e la depressione sono disturbi che si riscontrano con maggiore frequenza nei soggetti obesi;  tuttavia non è tanto la presenza di disturbi psichici che appare importante quanto la presenza di peculiari tratti di personalità (l’essere cioè fatti in un certo modo) che sono difficili da identificare e trattare.  Ad esempio avere una personalità dipendente (dipendenza affettiva) può costituire un importante fattore che favorisce l’obesità e rende difficile un percorso nutrizionale appropriato”.

– Si può affermare un legame stretto tra mancanza di autostima e malattia dell’obesità?

“Certamente l’autostima è determinante. Non avere una buona base sicura ci espone al “lasciarsi andare”. La mancanza di autostima ci rende più vulnerabili, più indecisi, meno forti, si ha meno rispetto di se stessi e ciò comporta il mettere in essere comportamenti disfunzionali, come l’alimentazione scorretta. Viceversa il rafforzamento dell’autostima diventa importante per riprendere il controllo di se stessi e della propria vita”.

– Capita spesso di vedere percorsi riusciti di dimagrimento associati a percorsi di psicoterapia. L’atteggiamento psicologico del paziente è la chiave per mantenere risultati duraturi?

“Sicuramente. La psicoterapia aiuta il rafforzamento della propria identità, dà sicurezza ed infonde coraggio. Il ritrovare se stessi, il proprio senso di identità, consente al soggetto di guardare al futuro con maggiore serenità e di affrontarlo con coraggio. La psicoterapia in questi casi è focalizzato al rafforzamento dell’autostima e dell’autoefficacia“.

4 Commenti

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    paolo de andreis 22 novembre 2013 (6:00)

    Non tutti gli obesi sono depressi, meno che mai sono persone senza autostima. Spesso, anzi, è gente resa molto più forte dalla discriminazione a cui sono sottoposti fin da piccoli. Aggiornatevi, please. Grazie.

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      Redazione 22 novembre 2013 (10:00)

      Gentile Paolo,
      La ringraziamo del commento e del “suggerimento”. Con l’articolo non intendevamo significare che “tutte” le persone obese sono depresse – premesso che la “depressione” non è un insulto – ma semplicemente che, essendo l’obesità una malattia complessa, richiede anche un’indagine di carattere psicologico onde favorire la terapia. Molte volte mancanza di autostima ed obesità risultano associate. Quando questo non accade non possiamo che esserne contenti. Buona giornata dal CMSO!

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        Paolo De Andreis 9 dicembre 2013 (6:45)

        Grazie per la cortese risposta. Il grosso dei problemi di molti obesi è al di fuori di sé ed è causato dal pregiudizio. In questo caso la terapia non può che smontare questo pregiudizio e farsi militanza anti-bullismo anti-discriminazione e anti-odio. Un saluto

  • Obesità: le offese nell’infanzia aumentano il rischio di obesità da adulti | CMSO 9 maggio 2014 (13:06)

    […] parlato in precedenza degli aspetti psicologici che toccano l’obesità. Chi è obeso non è necessariamente “depresso” o sfiduciato nei confronti della vita, […]