Obesità infantile: a risentirne sarà il fegato, ecco perché

Chi è obeso da piccolo, con molta probabilità, sarà affetto da obesità anche da grande. Non sempre questa frase corrisponde alla verità, per fortuna, ma ciò non esime i genitori dal fare attenzione a ciò che mangiano i propri bambini fin dalla tenera età. Nuovi moniti e preoccupazioni arrivano dalle recenti ricerche che confermano un collegamento strettissimo tra l’obesità infantile e le malattie croniche, quelle che, per intenderci, colleghiamo alla “mezza età”; ormai abbiamo imparato a conoscerle.

 

A risentire dell’obesità infantile sarebbe soprattutto il fegato. Lo spiegano bene sulle pagine di Plos One i ricercatori della Fondazione italiana fegato – Fif i quali hanno studiato le conseguenze di un’alimentazione a base di cibo spazzatura sulla salute dei bambini. Consumare il pessimo “junk food” provocherebbe addirittura una progressione delle malattie metaboliche nei bambini e soprattutto rovinerebbe il fegato, non più adatto allo smaltimento del grasso con la conseguente steatosi epatica non alcolica. Danni epatici quali alterazioni nell’omeostasi del glucosio, dislipidemia, epatomegalia e fenotipo obeso con un corrispondente aumento dell’attività infiammatoria epatica sono stati riscontrati nelle cavie. Lo studio dimostra come l’obesità infantile riesca a provocare danni nei più piccoli addirittura peggiori che nei grandi.

Cosa fare? Continuare sulla strada della prevenzione è imprescindibile. Partiamo già da questa estate con l’inculcare nei nostri bimbi buone abitudini alimentari. Con il caldo c’è la tendenza a consumare cibi dolci apparentemente freschi come gelati e granite dolci. Limitiamo alle occasioni speciali questi cibi e preferiamo anche per l’estate frutta e verdura di stagione sostituendo i succhi di frutta commerciali con i frullati ed evitiamo il più possibile le bevande gasate. La prevenzione, fin da piccoli, è davvero l’unica arma per sconfiggere le malattie. Da piccoli, da grandi, sempre.

 

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