Obesità: le parole sono importanti, no alle definizioni “mostruose”

Le parole sono importanti. Lo sono sempre, ma lo diventano ancora di più per chi combatte quotidianamente non solo contro l’Obesità ma anche contro l’ìgnoranza ed il pregiudizio degli altri. Un aggettivo utilizzato da parte della documentazione scientifica ha scatenato una serie di reazioni nei pazienti obesi, stufi di essere additati perfino dal personale sanitario: “obesità mostruosa”. Quel “mostruoso” continua ad offendere i pazienti obesi e le loro famiglie, al punto da richiedere al Ministero il cambio dell’orrido aggettivo che ancora oggi, purtroppo, accompagna alcune diagnosi.

 

La ministra della Salute Beatrice Lorenzin si è detta pronta a cambiare quella parola rispondendo con un tweet a Tommaso Prima, colui che per primo ha denunciato l’uso improprio dell’aggettivo “mostruoso” per indicare la grave forma di obesità. Grande vittoria per il Comitato Difesa diritti persone obese, che finalmente vedranno sparire quella parola così mortificante da atti amministrativi e medici.

Esistono altri modi scientifici per definire la condizione di obesità estrema come “grave”, oppure si utilizza la definizione di “super obesità”, come capita spesso nelle diagnosi del CMSO. La lotta contro questa malattia, responsabile di un numero sempre più alto di decessi nel mondo, non passa soltanto dalla dieta, dall’attività fisica e dall’aiuto del medico, ma deve partire soprattutto dall’educazione sociale, dalla riconsiderazione e dal rispetto che i pazienti obesi meritano. Ancora oggi infatti, ci sono persone che ricollegano l’obesità alla pigrizia o all’ingordigia. È giunta l’ora di debellare questa ignoranza inaccettabile e partire dalle “parole” e dal linguaggio è sicuramente un bel modo per iniziare.

 

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