Diabete e nutraceutica
Un tema decisamente innovativo, che si affianca a quelli propri della medicina tradizionale,
è quello del ruolo della “nutraceutica” nel Diabete. La nutraceutica è la scienza che studia gli effetti di alcuni particolari estratti vegetali in ambito terapeutico. Esistono infatti “fitoestratti” che possono giocare un ruolo di rilievo nelle terapie delle malattie metaboliche, compreso il Diabete.
Sostanze presenti in natura come berberina, curcumina, resveratrolo (estratto semi d’uva) ed acido lipoico sono infatti in grado di abbassare la glicemia e il colesterolo e sono dotate di poteri antinfiammatori esplicando un’azione terapeutica “mirata” sui principali target enzimatici e cellulari coinvolti nella fisiopatologia del Diabete di tipo 2. Questo gruppo di fitoestratti si distingue perché a documentarne gli
effetti è una solida letteratura scientifica.
Il ruolo della nutraceutica nel Diabete, come spiegava il Prof. Pietro Putignano durante il recente Corso di Aggiornamento Post-Specialistico in Endocrinologia, diventa dunque quello di “supportare” le terapie dietetiche, fisiche e farmacologiche nel raggiungimento del target glicemico, lipidico e pressorio.
Il problema che oggi si pone rispetto alla somministrazione in vivo di questi fitoestratti è la bassa biodisponibilità, in quanto esistono meccanismi che si “oppongono” al corretto assorbimento di queste sostanze a livello intestinale e ne aumentano l’escrezione a livello epatico e renale.
Oggi il compito della tecnica biofarmaceutica è proprio quello di ottimizzare la “resa” dei polifenoli attraverso la coniugazione con gli estratti erbali, consentendo così un loro pieno utilizzo in ambito terapeutico. Una speranza in più per la cura e la prevenzione del Diabete di Tipo 2 proviene dunque direttamente da Madre Natura e le prospettive di ricerca nel settore diventano sempre più promettenti.
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