Il segreto del buon umore? Mangiare frutta e verdura
Da sempre, “sedano e carota” protagonisti di un
frigo semivuoto costituiscono un’immagine triste, alla quale associamo le privazioni di una dieta o un periodo di purificazione dalle proteine animali. Verdura e frutta non hanno dunque nell’immaginario collettivo lo stesso appeal di un gelato o di una piatto di bucatini all’amatriciana, né pensiamo possano avere sull’umore lo stess
o effetto del nostro dolce preferito. Eppure di recente numerosi studi (Università di Warwick, UK e University of Otago, New Zealand) hanno dimostrato come il consumo di frutta e verdura produca benefici effetti direttamente sull’umore.
Chi consuma più di 5 porzioni al giorno (ricordiamo sono quelle raccomandate dall’OMS) sembra sentirsi effettivamente più “felice” ed energico rispetto a chi ne fa a meno. Le statistiche lo dimostrano.Questo accade perché interagiscono diversi elementi. Innanzitutto ricordiamo come la sola “la percezione” di alimentars
i in maniera “sana” scateni una forte sensazione di ottimismo. Nel sostituire una ricca insalata mista al cibo del fast food ad esempio, sentiamo automaticamente di compiere un gesto “positivo per la nostra salute” e siamo invogliati a farlo più frequentemente. Da non sottovalutare è poi l’ ottimo effetto cromoterapico di alcuni tipi di frutta ed ortaggi (fragole, kiwi, pomodori): si pensi alla fantasia in una
variopinta macedonia. Infine ricordiamo il ruolo anti-depressivo del triptofano (noci, verdure a foglia verde), degli acidi grassi Omega 3 e di tutti i preziosi antiossidanti di cui frutta e verdura
sono ricchi, garantendo una buona protezione dalle malattie degenerative (si pensi al ruolo di betacarotene e luteina nella prevenzione della SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica).
Un nuovo percorso nutrizionale non può dunque prescindere dall’inserimento di frutta e verdura, calibrato rispetto alle caratteristiche del paziente. E per fortuna oggi è garantito non solo u
n miglioramento della salute e dell’aspetto, ma anche dell’umore.
Sulla stessa scia, il CMSO non promuove percorsi alimentari di privazione, ma propone uno stile alimentare personalizzato, che tenga conto anche delle preferenze del paziente, senza sacrificarne l’umore.