La Scuola Medica Salernitana e la “pennichella” pomeridiana

Per moltissimi il riposo pomeridiano è un’irrinunciabile abitudine di vita. Lo era anche in passato sicuramente, al punto da invogliare i dotti della Scuola Medica Salernitana ad inserire un’apposita prescrizione tra le primissime regole del Regimen Sanitatis Salernitanum.

La terza regola del Regimen è intitolata proprio “De somno meridiano”.

Scopriamola insieme:

III

DE SOMNO MERIDIANO

Sit brevis, aut nullus tibi somnus meridianus.

Febris, pigrities, capitis dolor, atque catharrus

Haec tibi proveniunt ex somno meridiano.

 

Dormirai nel meriggio o nulla, o poco;

Il sonno meridiano è la sorgente

Onde nascon la febbre, e la pigrezza,

E la doglia di capo, ed il catarro.

 

Da quanto leggiamo, i medici della Schola non erano molto favorevoli alla “pennichella”. Consigliavano di farla ma per un tempo limitato (“Dormirai nel meriggio o nulla, o poco”). Addirittura il sonno pomeridiano diventava secondo i dottori una probabile causa (“Il

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sonno meridiano è la sorgente”) di dolori e malattia (“febbre, doglia di capo, ed il catarro”) oltre che di pigrizia e depressione (“pigrezza”). Quasi un momento in cui sedimentavano epidemie e microbi!

“Equilibrio”, come sempre, è la parola chiave interpretativa delle prescrizioni del Regimen. Non leggiamo una criminalizzazione della pennica postprandiale in sé – anzi, concentrata in una ventina di minuti farebbe addirittura bene all’organismo – ma la denuncia di abitudini che a lungo andare si trasformano in vizi che scombussolano il nostro metabolismo.

Come già evidenziato in altri articoli, ciascuno di noi ha bisogno di 7-8 ore di sonno notturne in media. Alterare questo processo e dormire tanto nel pomeriggio, magari dopo un’abbuffata a pranzo, non può che fare male alla digestione e anche al vostro cuore. Quindi, seguendo gli emeriti predecessori, come sempre vi invitiamo alla moderazione: fatela la pennichella se non sapete rinunciarvi ma per non più di venti minuti al dì.

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