Indice di Massa Corporea: sta crollando un “mito”?

Se a far vacillare “il mito” è un editoriale sulla rivista Science, allora vuol dire che la resa della comunità scientifica ad una tale ovvietà è ormai definitiva.

Gli scienziati, nella valutazione del gravissimo rischio di salute connesso all’obesità, invitano nell’editoriale a riconsiderare il famoso parametro dell’Indice di Massa Corporea (Body Mass Index noto con l’acronimo di BMI). Il paradosso della sua “poca accuratezza”  sarebbe svelato da alcuni studi che avrebbero rilevato in soggetti obesi – tal definiti dall’indice BMI, aspettative di vita e condizioni di salute addirittura migliori rispetto a soggetti con un indice reputato nella norma.

 

Da tempo, ben prima di queste affermazioni, ci siamo spesi riguardo all’ipotesi di riconsiderare questa rispettabile ma vetusta misurazione. Infatti al CMSO non ci siamo mai affidati al solo Indice di Massa Corporea (noto scientificamente con l’acronimo di BMI) perché riteniamo che paragonare per peso un kilo di adipe ad un kilo di muscolo – esemplificando – sia scientificamente scorretto. La formula di Quetelet, risalente al 1800, non tiene conto di altri parametri che sono essenziali nella valutazione dell’obesità.

“A chi segue il nostro percorso – spiega il Dott. Marcello Orio, Direttore Sanitario del CMSO –  dico sempre al primo incontro che a noi non interessa la bilancia. Lo so, può sembrare un paradosso ma è così. Non è importante il ‘quanto’ si perda in termini di peso, ma la ‘qualità’ del peso perso, ovvero valutare se siamo riusciti ad eliminare la massa grassa, preservando o addirittura facendo incrementare la massa muscolare. E quindi per affrontare un serio percorso di dimagrimento non ci si può affidare ad una semplice regoletta, che seppure ha segnato la storia ed è stata utile per inquadrare il problema, oggi va superata ed integrata con altri strumenti (come ad esempio l’esame bioimpedenziometrico) alla luce delle conoscenze attuali che abbiamo.

Pertanto, mi fa sorridere la domanda che spesso mi viene posta: “Se sono alto x, quanto dovrei pesare?“, basandosi appunto sul calcolo del BMI. Lo stato di salute è come un abito sartoriale che si costruisce sulla persona nella sua interezza (a cominciare dalla storia familiare e/o di malattia, oltre che dall’età, altezza, costituzione, etc.).

E quindi ringraziamo il buon caro BMI, teniamocelo come un ‘vecchio saggio’ che ci indica la direzione; ma ricordiamoci che la strada per inquadrare il giusto peso, parlare di obesità e soprattutto di salute va ricercata attraverso l’immenso bagaglio scientifico di cui oggi disponiamo per trovare le soluzioni personalizzate per ogni individuo”.

 

 

 

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