Creme e cosmetici a base di iodio: intervista al Prof. Francesco Orio
Come sottolineato più volte anche su questo blog, va prestata molta attenzione a ciò il corpo ingerisce non solo tramite gli alimenti ma anche attraverso le creme cosmetiche. L’utilizzo di creme ed altri preparati cosmetici a base di determinate sostanze, in particolare a base di iodio, può infatti essere deleterio per il sistema endocrino e per la Tiroide, la nostra “ghiandola della vita”. Sul punto è più che mai necessaria una corretta informazione. Approfondiamo l’argomento con il Prof. Dott. Francesco Orio, professore di Endocrinologia dell’Università “Parthenope” di Napoli, medico endocrinologo universitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno e Responsabile dell’Area Endocrinologia del CMSO.
– Professore, sentiamo spesso parlare (talvolta purtroppo in maniera imprecisa) dell’associazione tra iodio e tiroide. Qual è il legame tra la ‘ghiandola della vita’ e lo iodio?
“E’ molto semplice, lo iodio è l’elemento essenziale degli ormoni tiroidei, è il costituente della T3 o Triiodotironina e della T4 o Tiroxina e la natura, nella sua straordinaria perfezione ed armonia, ha fatto sì che l’unico organo o meglio la sola ghiandola a far funzionare e ad utilizzare questo elemento essenziale, che è appunto lo iodio, sia proprio la tiroide; questa ghiandola è l’unica sede dove lo iodio si concentra, si organizza e si rende poi disponibile, attraverso i suoi ormoni, a svolgere funzioni necessarie e fondamentali che regolano tutto l’organismo umano”.
– In commercio ci sono numerosi prodotti cosmetici (dalle creme ai fanghi alle lozioni), in particolare dimagranti, a base di iodio. Perché è utilizzato in queste preparazioni e soprattutto quali sono i rischi concreti che si corrono utilizzando queste creme?
“Qualsiasi sostanza a base di iodio: creme cosmetiche e fanghi anticellulite, lozioni per capelli, finanche collutori, prodotti per dimagrire che vengono utilizzati insieme ad altri farmaci per accelerare il metabolismo, cioè ogni sostanza contenente iodio se assunta dall’esterno (ne basta anche poco in eccesso rispetto al quantitativo giornaliero necessario) va ad alterare l’equilibrio, ossia la corretta funzione degli ormoni tiroidei e quindi inevitabilmente danneggia la tiroide talvolta dando anche origine a formazione di noduli o spesso provocando un malfunzionamento, come il classico ipertiroidismo “factitio” ossia indotto dall’esterno”.
– Nella Sua esperienza clinica le capita spesso di dover “rimediare” ai danni prodotti dall’abuso di queste creme?
“Ahimé capita troppo spesso di dover curare per sopraggiunte patologie tiroidee (noduli, ipertiroidismo o ipotiroidismo o infiammazioni tipo tiroiditi) migliaia di persone, soprattutto giovani donne che hanno praticato diete dimagranti con cocktail di farmaci anoressizzanti ed a base di iodio o ormoni tiroidei o che hanno fatto uso, anche per breve tempo, di creme cosmetiche per combattere la noiosa cellulite. Il consiglio accorato dettato dall’esperienza clinica e dai dati scientifici inequivocabili è quello di sottoporsi ad un controllo della tiroide mediante un’ecografia ed un prelievo di sangue per la valutazione degli ormoni tiroidei se si è fatto uso anche soltanto per breve tempo e per una volta sola nella propria vita di tali sostanze, per scongiurare appunto i problemi che ne possono scaturire e che si possono, inevitabilmente ripercuotere, sulla struttura e/o sulla funzione (più spesso) della tiroide alterando l’intero organismo”.
– Come facciamo a riconoscere la presenza di iodio nelle creme? A quale denominazione dobbiamo stare attenti?
“Va letto sicuramente il foglietto illustrativo o la scatola contenente il prodotto, ma sicuramente sostanze quali: Fucus, alghe e fanghi contenenti iodio, il cui simbolo è riportato con una I maiuscola o tutti i suoi derivati, ossia l’aminoacido tirosina o ormoni tiroidei: T3 o Triiodotironina, T4 o tiroxina e tutte quelle creme cosmetiche anticellulite che contengono iodio sono sicuramente da sconsigliare, anzi sarebbero da proibire e bandirne la vendita e la diffusione in commercio, nonostante la notevole pubblicità anche su scala nazionale e sui principali organi di stampa (tv e giornali a livello nazionale)”.
– A chi invece è consigliata l’assunzione di iodio e in quali modalità?
“A tutta la popolazione, soprattutto in età scolare, dai primi anni di vita sin dallo svezzamento, di tutte le aree a carenza iodica (da moderata o severa che sia la carenza di iodio) si consiglia, anzi si impone la prevenzione con l’utilizzo del sale iodato. L’Italia in generale ed anche le regioni del Sud Italia sono definite regioni a moderata carenza iodica, il cui effetto e patologia conseguente è inevitabilmente il gozzo, ossia l’aumento di volume della ghiandola tiroide, che viene definito “endemico” proprio perché colpisce una grande parte dell’intera popolazione. Per ovviare allora a tale problematica e per sopperire alla carenza iodica il consiglio ed il vero e proprio slogan della società scientifica di endocrinologia italiana è sicuramente quello di utilizzare “poco sale ma iodato”.