Diabetici italiani: stressati, depressi e discriminati?
Un mese fa è stato diffuso uno studio internazionale, promosso dall’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation in collaborazione con Censis e Ministero della salute, su comportamenti, desideri e necessità dei malati. Sono state coinvolte ed intervistate (in 17 paesi europei) circa 15.000 tra persone diabetiche, familiari e operatori sanitari.
Il quadro che ne è emerso è abbastanza sconfortante: i diabetici italiani, secondo lo studio denominato DAWN2, sono tra i più stressati e depressi rispetto agli altri cittadini UE.
Il 51% degli italiani affetti da diabete – stessa media degli spagnoli – dichiara di subire lo stress della malattia. Percentuali più basse di diabetici stressati riguardano Francia (40%), Regno Unito (28%) e Germania (27%), peggio di noi solo i polacchi. Il 19% dei diabetici italiani avverte poi un profondo senso di discriminazione. Per concludere, 4 diabetici su 10 ammettono di sentire un’interferenza nella vita quotidiana, altri vivono un disagio sociale e addirittura il 60% temerebbe la gestione delle ipoglicemie.
Insomma, come notavamo all’inizio, il quadro presentato dallo studio appare abbastanza sconfortante. Noi però, come centro antidiabetico, abbiamo il “dovere” di guardare a quel 49% di diabetici che convive serenamente con la malattia, nella speranza che la percentuale possa crescere, grazie all’impegno e alla sensibilità di tutti: malati, famiglie ed operatori.
Per la gestione del Diabete è fondamentale che vi siano un programma serio di cure e soprattutto un costante controllo dello stato di salute del paziente. La cura deve riguardare TUTTI GLI ASPETTI della vita del paziente: dalla nutrizione alla psiche, dalle complicanze allo stile di vita… Dunque non solo glicemie. Fondamentale
per la sua riuscita è il legame di fiducia che si viene a stabilire tra il personale sanitario e il paziente, dando vita alla cosiddetta “alleanza terapeutica”.
Dobbiamo essere fiduciosi. Il Diabete è sì una malattia lunga una vita, ma una malattia con la quale si può convivere. E noi ci impegneremo a rendere questa convivenza il meno “stressante, deprimente e discriminatoria” possibile!
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