I disturbi del ciclo mestruale e la PCOS: Sindrome dell’Ovaio Policistico
I disturbi del ciclo mestruale sono un problema che caratterizza l’universo femminile, non solo durante l’adolescenza. Ne parliamo oggi con il Prof. Francesco Orio, Professore Associato di Endocrinologia, Università “Parthenope” Napoli, Responsabile Endocrinologia e Diabetologia c/o SSD Tecniche di fertilità AOU “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” – Salerno La Città d’Ippocrate, Responsabile dell’Area Endocrinologia del CMSO e riconosciuto tra i massimi esperti mondiali in endocrinologia ginecologica.
– Professore, la tendenza per chi soffre di alterazioni e disturbi del ciclo mestruale è quella di rivolgersi in prima battuta al ginecologo. Ci spiega perché invece è una problematica che richiede le competenze dell’endocrinologo?
“Questa domanda è cruciale e lo si comprende bene dalla “odissea” quasi ricorrente e molto comune che le pazienti ci raccontano quando giungono finalmente alla fine del loro peregrinare a consultare un endocrinologo…ebbene sì, lo specialista che dovrebbe, anzi che deve essere consultato in prima battuta è proprio l’endocrinologo, meglio se con competenze specifiche anche di endocrinologia ginecologica, ma che per definizione conosce gli ormoni ed il loro andamento fisiologico, come ad esempio quello del ciclo mestruale, che guarda caso è regolato e controllato proprio dagli ormoni. I ginecologi, invece, sono molto bravi a far partorire le signore, cioè “a far nascere figli” ma, per esperienza pratica, di ormoni ne masticano poco, non per un loro demerito, ma proprio perché hanno un altro lavoro da compiere, pertanto la diagnosi e la terapia dei disordini del ciclo mestruale e tutto quanto attiene a materia che concerne gli ormoni spetta necessariamente ed inevitabilmente all’endocrinologo…“.
– Quali sono i sintomi caratteristici di chi soffre di disturbi del ciclo mestruale? Ne soffrono solo le adolescenti o è un problema che colpisce una fascia d’età più ampia di quella che immaginiamo?
“Il flusso mestruale può mancare o ritardare e ciò è mal vissuto dalla gran parte delle donne con ripercussioni anche sullo stato del’umore, quali: ansia, stress e talvolta depressione.
Anche le adolescenti ne possono essere affette, perché il ciclo mestruale quasi per fisiologia non è preciso o perfetto dal suo inizio, cioè dal menarca (data della prima mestruazione, che ogni donna ricorda come il passaggio netto dallo stato di bambina a quello dell’età adulta) e ciò deve essere conosciuto e noto così da poter evitare inutili o anzi dannose terapie, soprattutto nella fascia di età adolescenziale che segue appunto immediatamente il presentarsi della prima mestruazione, con i primi cicli mestruali della giovane donna”.
– Quali patologie si possono annidare dietro queste alterazioni del ciclo?
“Al primo posto vi è senza dubbio la Sindrome dell’ovaio policistico, meglio nota con l’acronimo di PCOS, dall’americano “Polycystic Ovary Syndrome”. Questa patologia, oltre a rappresentare la prima causa endocrina di infertilità femminile è stata definita, proprio dal sottoscritto, per la prima volta nella letteratura scientifica mondiale “multifaceted disease” ossia malattie a più facce, cioè con diversi aspetti e differenti manifestazioni cliniche, quelle che noi addetti ai lavori chiamiamo “fenotipi”; tra queste riscontriamo proprio le alterazioni del ciclo mestruale, che in gergo medico prendono il nome di oligomenorrea o amenorrea, a seconda se il ritmo, ovvero la frequenza del ciclo mestruale sia superiore ai 28-30 giorni o addirittura se il ciclo mestruale non si presentasse per diversi mesi. Altri segni e sintomi clinici della PCOS possono essere però anche: l’irsutismo, che consiste nella crescita dei peli nelle zone dove normalmente le donne non dovrebbero presentarne, quali: il volto, il seno, l’addome, la faccia interna delle cosce o il fondo schiena; o talvolta l’acne o l’alopecia, che consiste nella perdita dei capelli ed infine la mancanza di ovulazione e quindi di conseguenza l’infertilità.
Vi possono poi essere delle complicanze metaboliche, tra le quali oltre l’obesità o il sovrappeso, il diabete mellito tipo 2 e/o l’insulino-resistenza che consiste nell’avere elevati livelli di insulina nel sangue e che predispone inevitabilmente al diabete tipo 2 ed infine anche la dislipidemia, che consiste nell’avere alterali/alti livelli di lipidi (grassi) nel sangue, tra i quali soprattutto il Colesterolo LDL, che è quello “cattivo” ed i Trigliceridi, tutte condizioni queste che predispongono e favoriscono l’insorgere della malattia cardiovascolare, come aterosclerosi, l’ipertensione arteriosa e l’infarto. Ecco perché la PCOS non è patologia del ginecologo bensì rappresenta una vera e propria sindrome endocrino-metabolica, gravata da possibili e gravi conseguenze che vanno oltre la sfera ginecologica o prettamente della fertilità e va quindi diagnosticata e curata dall’endocrinologo.
– Può essere una scorretta e frettolosa prescrizione della pillola anticoncezionale una delle cause di questi disturbi?
“La superficiale prescrizione degli estro-progestinici (EP), che sono i componenti essenziali della pillola anticoncezionale, meglio nota come Contraccettivo orale, talvolta rappresenta proprio la causa dei disturbi del ciclo mestruale, viceversa tali ormoni, ossia gli EP possono provocare effetti indesiderati o veri e propri effetti collaterali, spesso omessi e minimizzati, (soprattutto dagli altri colleghi specialisti, quali ginecologi o dermatologi) che sono: cefalea, rischio di tromboembolia e soprattutto alterazione dei livelli di grassi nel sangue,
ossia la cosiddetta dislipidemia, la ritenzione idrica, molto comune anche nelle giovani donne che assumono la pillola anticoncenzionale e talvolta possono indurre acne o comparsa di peli in eccesso sul corpo, determinando irsutismo”.
– Quale cura viene prescritta per questi disturbi?
“Quando è davvero necessaria e non arreca danno (previo screening endocrino-metabolico) la terapia per correggere l’irregolarità del ciclo mestruale ed anche per migliorare la dismenorrea, altro sintomo molto fastidioso, soprattutto nelle giovani donne, che consiste nei dolori a volte acuti e forti, soprattutto a livello addominale o delle ovaia, durante i giorni del flusso mestruale, è rappresentata proprio dalla pillola a base di estro-progestinici o spesso, quando ad esempio vi è solo un deficit dell’ultima fase del ciclo mestruale, cioè della fase luteinica, anche il solo progestinico può essere efficace, così da ridurre gli effetti collaterali degli estrogeni, già citati sopra”.
– Lei stesso ha dimostrato scientificamente gli effetti dell’esercizio fisico sulla fertilità femminile. Può un cambiamento dello stile di vita avere effetti positivi anche su chi soffre di disturbi del ciclo?
“Assolutamente sì. La novità delle nostre ricerche che si sono fondate su un principio intuitivamente semplice e logico, ma che nessuno prima aveva mai dimostrato al mondo, è stata proprio quella di consigliare un ciclo di dieta ipocalorica, anche la classica dieta mediterranea, assai praticata in tutta Italia, che associata all’attività fisica, quella di tipo aerobico per capirci, praticata in modo costante, cioè quotidianamente per circa 40-45 minuti, ripristinava come d’incanto, il ciclo mestruale e quindi la sua normale ciclicità e conseguentemente anche l’ovulazione, facendo cioè tornare le donne obese o in sovrappeso nuovamente fertili.
Il messaggio finale dunque è che è inutile prescrivere terapie mediche ormonali o di altra natura, a donne, anche giovani, e sottoporle a tecniche di fecondazione assistita, bombardandole con terapie ormonali se prima queste non ritornano ad essere in normopeso, cosa che è prassi abituale nel mondo anglosassone, nel quale anche per motivi di costi sociali, si è deciso di non fornire più terapie ormonali per la fertilità a donne obese o in sovrappeso se prima non dimagriscono e ritornano al “peso forma” o “peso ideale”, proprio perché si è visto che in termini di risultati, cioè di numero gravidanze, non portava a risultati, ma era solo uno spreco di risorse, di tempo e di “salute delle donne”.
Quindi la prima terapia per combattere le alterazioni del ciclo mestruale ed anche l’infertilità delle donne obese o in sovrappeso è la perdita di peso mediante una dieta ipocalorica e soprattutto l’attività fisica”.