Sindrome Metabolica: una ricerca spiega come farla regredire…
La Sindrome Metabolica è una condizione tanto pericolosa quanto ineffabile. Il suo essere un “mix” di fattori quali pressione alta, trigliceridi e glicemia alti la rende molto comune per gli uomini di una determinata fascia d’età. Questo però non allontana dal rischio anche giovani e donne ed una corretta prevenzione di questo ennesimo killer silente dinventa fondamentale.
Una ricerca spagnola ha dimostrato che la Sindrome metabolica può addirittura regredire. Il segreto, come per molte altre patologie endocrino metaboliche, sembra essere proprio la nostra dieta mediterranea. In che modo il nostro celebrato modello di alimentazione combatte la Sindrome Metabolica? Lo studio spagnolo Predimed, ha seguito per oltre 5 anni ben 6 mila persone. I partecipanti sono stati suddivisi sulla base della dieta seguita: un gruppo ha seguito una dieta a basso contenuto di grassi, altri gruppi hanno seguito la dieta mediterranea “potenziandola” utilizzando olio d’oliva o consumando noci.
Partendo da un 67% dei partecipanti a cui era stata diagnosticata la Sindrome Metabolica, dopo 5 anni addirittura nel 28% di loro i sintomi della malattia sono spariti. La Sindrome è regredita in coloro i quali si erano alimentati seguendo il regime della Dieta Mediterranea. A parità di calorie dunque sono i condimenti grassi a fare la differenza: in questo caso l’olio evo e le noci. Gli studiosi iberici suggeriscono il quantitativo di olio di 50 grammi al giorno e quanto alle noci/frutta secca di 30 grammi al giorno.
Non è la prima e sicuramente non sarà l’ultima volta che sul Blog citiamo gli infiniti benefici della Dieta Mediterranea nella cura e prevenzione delle patologie e come sapete è proprio questo il modello alimentare prescritto e scelto dal CMSO per i pazienti, non solo per coloro i quali sono affetti dalla Sindrome Metabolica. Oltre alla sana alimentazione e all’esercizio fisico costante, un altro modo per debellare la Sindrome Metabolica è fare un periodico check up per valutare la presenza di fattori di rischio. Non dimentichiamo l’altissima incidenza di questa malattia e soprattutto il suo ruolo di primo piano nel determinare infarto e ictus. Non trascuratevi allora e valutate il vostro fattore di rischio al CMSO.