Multitasking: e se provocasse depressione?
La nostra è stata bollata più volte come “l’era del multitasking”. Ma questa capacità di moltiplicare a dismisura le attività da svolgere contemporaneamente, l’attitudine ad essere pluriconnessi ai dispositivi elettronici che sono parte intergrante della nostra vita, questa capacità di recepire e gestire così tante informazioni… Questo essere “multitasking” non rischia di far male alla nostra salute, in primis al nostro organo cerebrale?
I ricercatori della Michigan State University hanno intanto associato il multitasking multimediale (uso di tablet, pc, smartphone e tv contemporaneamente) ad ansia e depressione. Sono state analizzate infatti le abitudini di
300 volontari tramite questionari e coloro i quali erano maggiormente presi da smartphone, tablet e pc erano quelli che presentavano sintomi di disagi quali ansia e depressione. Tecnicamente gli scienziati non sono riusciti a dimostrare se l’uso contemporaneo di tanta tecnologia sia la conseguenza o la causa della depressione o dello stato ansioso, la certezza è che però una connessione vi sia.
In attesa di chiarimenti più convincenti dalla scienza, possiamo fare le nostre
considerazioni.
Che il cervello abbia bisogno di stimoli non è una novità. Insistiamo però affinché questi stimoli provengano da fonti eterogenee e non solo multimediali e soprattutto che questi stimoli non pervengano tramite un “bombardamento unico di onde elettromagnetiche”. Nessuno vieta l’uso di smartphone o di tablet, ma vista la sovrapponibilità di funzioni degli stessi non sarebbe male non usarli contemporaneamente.
Il cervello è un organo duttile e flessibile ma questo non significa che meriti di essere stressato in continuazione: alimentarsi adeguatamente, fare esercizio fisico, cadenzare le attività intellettuali è un punto di partenza per renderlo funzionante al meglio.