Obesità allarme globale, cifre record nei paesi occidentali ma non solo

Si parla di obesità come “emergenza” planetaria già da tempo, ma siamo davvero consapevoli di quanto sia grave questa emergenza? Forse davanti ai numeri diramati sulla rivista Lancet a fine mese scorso dal Global Burden of Disease Study possimo farci “un’ idea” del problema. Ebbene 2,1 miliardi di persone al mondo sono in sovrappeso.

 

Dato choc che si abbina all’altrettanto significativo dato secondo cui le persone sovrappeso sarebbero tutte concentrate in determinati paesi, pur essendoci new entry inaspettate. In soli dieci Paesi del globo, in particolare USA (il 13%), Cina e India (il 15%), Russia, Brasile, Messico, Egitto, Germania, Pakistan e Indonesia si trovano le percentuali maggiori di obesi. Considerevoli anche le percentuali di Australia e Gran Bretagna. Non meravigliano gli Stati Uniti, dove quasi un terzo della popolazione è obesa. Suscitano invece perplessità i dati di paesi in via di sviluppo come India e Cina. Cosa vuol dire?

L’aumento dell’obesità anche nei paesi in via di sviluppo è motivata dagli esperti con l’abbandono della cucina tradizionale in favore dei fast food e del “junk food” ormai globalizzato. Anche l’invasione tecnologica, che invita alla sedentarietà, ha fatto il suo spingendo le nuove generazioni a muoversi meno per dedicarsi a tablet, smartohone e pc. Lo “stile di vita sbagliato”, quando è adottato in maniera globale, determina danni dimostrabili. Negli ultimi 33 anni si è passati ad un aumento dell’obesità del 28% per gli adulti e addirittura del 47% per i bambini.

 

Possiamo rimanere impassibili davanti a questi dati? Assolutamente no, considerando tutte le patologie conseguenti e strettamente correlate all’obesità come ipertensione, diabete, malattie cardiache non possiamo che preoccuparci seriamente. Al CMSO, come sapete, sosteniamo da sempre l’importanza primaria dello stile di vita</strong rel=”nofollow”> nella cura e nella prevenzione delle patologie, ed invogliamo chi deve perdere peso a cambiare le proprie abitudini mangiando meglio e muovendosi di più. Ci auguriamo dunque che si possa un giorno invertire la tendenza, diventando “globale” non una malattia come l’obesità, ma l’adozione di uno stile di vita sano.

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