Italiani: perché viviamo più a lungo?
A chiederselo sono soprattutto gli inglesi. I sudditi di Elisabetta infatti non si capacitano: gli italiani vivono in media 18 mesi in più rispetto a loro, eppure “fumano di più, guadagnano meno, la loro economia versa in condizioni peggiori ed investono meno nel sistema sanitario”.
Ad affermare la nostra supremazia nella longevità è stato uno studio pubblicato di recente dall’autorevole rivista The Lancet. Sono stati confrontati i risultati sulle condizioni di salute in 19 Paesi lungo un periodo di oltre 20 anni: gli inglesi sono piombati al 14° posto, l’Italia invece si è posizionata al 2° posto, superando Francia, Germania e Svezia.
Il giornalista della BBC Fergus Walsh si è fatto portavoce dello sbigottimento nazionale nell’articolo “Why do the Italians live longer than us?”, che ha fatto il giro del mondo. Gli inglesi si chiedono esplicitamente quale sia il segreto non solo della nostra longevità ma soprattutto dell’ “invecchiamento in buona salute”.
Si sono dati – da soli – alcune spiegazioni: “i miglioramenti degli standard di vita che hanno interessato l’Italia a partire dagli anni ’60, quando la povertà schiacciante ha cominciato a cedere il passo ad uno stato di benessere crescente”, ” la minore differenza fra gli abbienti e gli indigenti”, “un servizio sanitario nazionale universale, modellato in parte su quello britannico, l’iniettamento ingente di denaro nel settore sanitario”, “decenni di consumo di sigarette minore rispetto agli inglesi”. E poi, “probabilmente”, “anche la dieta mediterranea” spiegherebbe secondo gli inglesi la nostra migliore salute.
Ebbene noi in merito alla dieta mediterranea rispondiamo utilizzando l’avverbio “surely”! Non è solo un fattore residuale ma è il principale responsabile di
questi dati positivi.
Nutrizione e stile di vita influiscono sulla longevità ma anche sulla qualità della vita.
La nostra dieta mediterranea è infatti la più aderente alle linee guida dell’alimentazione, la più efficace a lungo tempo, la più salutare ed anche la più economica. Genetica e sistema economico hanno sicuramente il loro ruolo, ma è ampiamente dimostrato come ad esempio il consumo di olio d’oliva sia più salutare rispetto al burro, che gli inglesi preferiscono. Altrettanto dicasi per il nostro consumo “ragionato” di alcol durante i pasti, di sicuro meno nocivo dei cartonati di polvere sciolta in acqua che gli inglesi spacciano per vino.
Insomma, in maniera “poco italiana” e forse più britannica, potremmo iniziare finalmente a vantarci di avere “almeno” la migliore educazione alimentare al mondo.
http://blog.cmso.it/dieta-mediterranea-riduce-infarto-ed-ictus-del-30/