Vino: scopriamone tutti i benefici

La vendemmia del 2013, seppur ritardataria, sarà a detta di molti una delle più fruttuose sia in termini di “qualità” che di “quantità”. Nell’attesa di accompagnare pranzi e cene a vini di grande qualità e felici di avere ancora qualche settore del paese che funziona, abbiamo posto alcune domande sul “sacro nettare” al Dott. Ciro Giordano, Nutrizionista del CMSO.

 

D. Dottore, un bicchiere di vino senza eccedere è una regola di salute ormai data per scontata. Ma lei nelle diete che elabora per i suoi pazienti concede il vino?

R. Salvo rarissime eccezioni, la parola “mai” in nutrizione non esiste. In modiche quantità il vino può essere presente nel regime alimentare – altra piccola precisazione, a noi non piace chiamarle “diete” – proprio perché cerchiamo di educare le persone ad uno stile alimentare positivo ed equilibrato.

 

D. Domanda scontata, ma è impossibile non farla: meglio il bianco o il rosso?

R. Non esiste un vino “migliore” tra i due, ma esistono l’abbinamento organolettico ai pasti e la preferenza di gusto dell’individuo. Certo, per ciò che riguarda il profilo nutrizionale, lasciamo che si preferisca il rosso per la maggiore presenza di antiossidanti.

 

D. Che rapporti “possono” avere i diabetici con il vino?

R. Un rapporto simile a quello che hanno con altri alimenti ricchi di zuccheri rapidamente assimilabili (es. frutta, dolci, bevande zuccherate, etc.). Pertanto all’interno di un pasto, mai a digiuno, gli zuccheri contenuti nell’alcol dovranno essere assunti con cautela ed equilibrati con la restante quota di carboidrati in modo da non eccedere con il contenuto globale di zuccheri.

 

D. Gli inglesi si sono sempre chiesti come mai gli italiani, pur consumando alcol

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nelle stesse quantità, siano in condizioni di salute migliori rispetto a loro e vivano di più. Gli esperti pensano che la risposta sia nel consumo “intelligente” durante i pasti. In effetti noi siamo abituati a consumarlo per “accompagnare” il cibo. Lei è d’accordo con questa affermazione?

R. Oltre ad un consumo prevalentemente durante i pasti che vede un più graduale assorbimento dell’alcool, i benefici sono da ricondurre alla nostra “dieta mediterranea” ricca zuccheri complessi (presenti in pane, pasta, riso, ecc.) ma soprattutto ricca in fibra alimentare (di cui sono ricchi legumi, verdure e frutta) che ha un’azione protettiva dalle malattie metaboliche.

 

D. Abbiamo più volte parlato del grande carico di antiossidanti (es. resvetrarolo) contenuto nel vino rosso. Può citare qualche altro beneficio a noi sconosciuto?

R. Risalgono al 1979 i primi dati scientifici che dimostravano l’effetto positivo sulle coronarie, di un moderato consumo di vino, che riduce al 30% il rischio di cardiopatie ed ictus.

Nel tempo, delle sostanze fenoliche (tannini e flavonoidi ma soprattutto resvetrarolo) presenti nel vino rosso che derivano dall’uva, in particolare dalla buccia, si sono scoperte le funzioni antiossidante, anticancerogena e antiaterogena. Adesso sono in corso numerosi studi su cavie per verificare i possibili effetti benefici del resvetrarolo nella lotta contro Parkinson, Alzheimer, malattia di Huntington e demenza.

 

D. Un consiglio di salute ai lettori del blog del CMSO.

R. Mangiamo in modo vario e sano, secondo le nostre tradizioni alimentari e gestiamo eventuali e occasionali eccessi alimentari nel contesto di uno stile di vita più dinamico.

 

 

 

 

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