Obesità pediatrica: le strategie dell’Oms. Ecco come intervenire

Non solo gli adulti hanno necessità di perdere peso e guadagnare Salute. Ad essere colpiti dall’epidemia di obesità sono purtroppo anche i bambini, ben 41 milioni di bambini. A fronte del problema obesità crescente l’OMS ha deciso di intervenire invitando a dire no al junk food e alle bevande piene di zuccheri, ma soprattutto insiste su una corretta educazione alimentare da trasmettere ai più piccoli. Una commissione apposita ha formulato proposte concrete per superare il problema.

 

Nel rapporto dell’Oms sull’obesità pediatrica si leggono le responsabilità da attribuire all’insalubrità degli ambienti, senza troppe distinzioni tra paesi più e meno sviluppati. Spaventano i numeri, che segnano in 24 anni dal 1990 al 2014 un aumento della percentuale di bambini di età inferiore ai cinque anni in sovrappeso, giunta al 6,1% traducendosi in 10 milioni di bimbi obesi in più. Nei paesi a basso reddito questi numeri sarebbero addirittura raddoppiati. Quali sarebbero allora le misure concrete disposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per favorire la salute dei bambini?

La prima quella di tassare il cosiddetto cibo spazzatura e le bevande zuccherate, insieme ad una seria rivisitazione delle campagne marketing a cui andrebbero posti seri limiti. Altro accorgimento importante quello di diffondere un’educazione alimentare a partire dalla scuola. Una divulgazione semplice tale da far comprendere l’importanza del messaggio a tutti indipendentemente dal grado di istruzione. Ulteriore punto da sviluppare quello delle etichette super facili, con il colore dei semafori, tali da dare subito una indicazione precisa, seppur non esaustiva, su cosa si consuma. Il CMSO da sempre si impegna non solo a far perdere peso e guadagnare salute ai suoi pazienti, ma anche a diffondere una corretta cultura alimentare, alla base della salute delle generazioni successive.

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