Obesità e diabete: uno studio dimostra i legami con la crisi economica

Esiste un legame tra malattie come obesità e diabete e la crisi economica? A quanto sembra sì, e a dimostrarlo è lo studio “Impatto della crisi economica sulla prevenzione cardiovascolare”, coordinato dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (In-Cnr) e dall’Università di Modena-Reggio Emilia, che ha confrontato i dati su diabete ed obesità del periodo che precede la crisi economica, 1998-2002, con quelli subito successivi alla crisi, tra il 2008 e il 2012.

 

Ebbene le condizioni a rischio di determinate malattie croniche, di cui spesso parliamo, sono aumentate durante la crisi economica. Altro dato importante il legame emerso tra salute e benessere con reddito e scolarità. Il diabete, nelle persone con una minore scolarizzazione, nel periodo di crisi è infatti aumentato al 17,7% negli uomini e al 13,2% nelle donne. L’obesità è aumentata addirittura del 7% circa, registrando i valori del 29,1 negli uomini e del 35,5% nelle donne.

Nella popolazione più “istruita” la percentuale degli uomini affetti da diabete si è addirittura ridotta dal 9,9% all’8,6% e delle donne dal 4 al 3,7%; l’obesità è sempre crescente sia tra gli uomini, il 21,8%, che tra le donne raggiungendo il 17,2%. Altro dato, edificante a nostro avviso, è che tra i più istruiti, o meglio informati a livello nutrizionale, un buon 35,3% seguirebbe proprio la Dieta mediterranea registrando percentuali più basse di persone affette da obesità.

Emergono da quest’ultima ricerca, italiana, dati importantissimi: il primo è che sicuramente le difficoltà economiche influiscono anche sul modo di alimentarci, che va perdendo di qualità; il secondo, non meno di rilievo, è che informarsi su uno stile di vita alimentare e fisico corretto (facendo bene attenzione alle fonti scelte!) aiuta a stare in salute e a prevenire le malattie croniche; e non ultima arriva poi anche la conferma della Dieta Mediterranea regina nella lotta delle malattie croniche. Al CMSO non possiamo che essere d’accordo!

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